La strada scorre lunga e solitaria nell’ora leggera che precede il crepuscolo. Normalmente qui c’è molto traffico. Auto veloci e persone troppo impegnate a rincorrere il Tempo. Stasera invece, grazie all’estate che mi regala ogni anno il piacere di respirare il Silenzio, riesco a percorrerla con l’attenzione che non ho mai avuto.
Perso in quei pensieri che ogni tanto frullano nella mia mente (voglio andarmene via, domani parto, chissà chi mi cercherà) vedo alla mia sinistra un vicolo. È un vicolo Antico, di quelli lastricati di pietra grezza, con muri di sasso e un po’ di muschio che spande nell’aria un profumo dimenticato.
Mi fermo. Alzo gli occhi e trovo una targa di marmo ad indicare il nome della strada. “Vicolo D’Arcano”.
È un vicolo lungo che fa una morbida curva sulla destra e non si riesce a vederne la fine. Allora entro e comincio a percorrerlo, sfiorando con la punta delle dita il muschio su muri, soffermandomi sulla soglia di Antichi portoni dai campanelli sbiaditi dal tempo sui quali a stento riesco a leggere improbabili cognomi, curiosando timoroso negli androni bui dal profumo di gesso. Silenzio. Assoluto. Anche l’aria è ferma in questa serata estiva dai colori pastello.
Continuo a camminare mentre il Crepuscolo si inchina alla Sera. Lampioni di vetro polverosi illuminano fiocamente tratti di strada. Lontano una luce diversa. Forse un’insegna. Curioso. Mai avrei pensato di trovare un negozio, un locale, in simile luogo. Mi avvicino con calma. L’insegna è illuminata da una lampadina a basso voltaggio e sembra di legno grezzo. La scritta è rossa sullo sfondo scuro: “Anime e Derivati”. Il negozio ha una porta di ingresso in legno e vetro variamente colorato. Una vetrina opaca, attraverso la quale posso intravedere luci danzanti che si intersecano tra di loro in Magiche Armonie. E ombre. Ombre di persone che discutono, alcune animosamente, agitando le braccia in quella che appare una Danza accompagnata dal bagliore delle luci.
Affascinato resto a guardare e mi avvicino per sentire meglio. Sussurri. Le ombre che discutono parlano a bassa voce, ma posso intuire qualche parola. Brividi di vago timore mi percorrono la schiena ma non riesco ad andare via. Le luci mi attraggono e i bisbigli sembrano così invitanti. Oltre il negozio, solo Buio. Non si vede la fine del vicolo e non ci sono più luci. Dietro di me, l’inizio del Vicolo e la strada illuminata dalla quale sono venuto. Davanti a me la porta del negozio e le sue luci danzanti. Ancora pensieri sulla vita che scorre e ti prende per mano e ti porta con sé anche quando vorresti scappare. Ancora ricordi di quando il buio era solo assenza di luce tra un giorno e l’altro. Ancora parole che risuonano in testa come lame taglienti.
E questa porta e queste luci e questi sussurri.
Allungo la mano, accarezzo la maniglia.
Entro.