C’era una volta un Padrone, e c’era pure una schiava.

Questo Padrone aveva una buona reputazione: mai nessuna che, uscita dal Suo possesso, se n’era lamentata, mai nessuna che, mai divenutaGli schiava Lo avesse accusato di indebite confidenze, niente: una reputazione immacolata.

Ma anche i Padroni migliori del mondo possono sbagliare valutazione, e lui si incapricciò di una ragazza giovane. Bella era bella, con il corpicino aggraziato della giovinezza, un modo di fare da gattina che ancora deve bere il latte e Lui – potete forse biasimarlo? – voleva fargliene bere talmente tanto, di latte, da ingozzarla.

Così cominciò a girare distrattamente – doveva dare l’impressione di trovarsi lì per caso – negli stessi siti in cui stava lei.

E negli stessi giorni.

Financo negli stessi orari!

Lui era sì, sollecito e gentile, ma mica poteva chiederle se volesse divenirGli schiava, doveva rispettare le convenienze, solo che il tempo passava, lei chiacchierava con tutto il mondo come non avesse un pensiero al mondo, sorrideva e ridacchiava in cam tutta felice, e a fare quel passo o neanche ci pensava o non si decideva.

Così questo Padrone si confidò con colei che gestiva quella chat, e chiese se si potesse parlare di forma, affinché pure la giovinetta ne fosse edotta.

Non l’avesse mai fatto.

Intendiamoci: non fu colpa della sua amica. Perché costei fu la garbata ospite che sempre era stata, e presentò il discorso nella maniera migliore. Ma erano ormai giunti gli anni del BDSM, che aveva aperto la porta e una folla di affamati senz’arte né parte, e quella sera di quella gentaglia la chat era piena.

Parvero destarsi di botto: concitati, agitati come un cane affamato cui si stia cercando di sottrarre un osso, argomentarono che mai prima avessero sentito una cosa simile, che addirittura fosse loro diritto di chiedere alla sottomessa se costei volesse sottomettersi a loro! Di amenità in amenità, senza rendersi conto d’aver oltrepassato la soglia del ridicolo (Schiava, ti piacerebbe diventare la mia schiava?) s’incazzarono con chi della loro ignoranza non aveva colpa, e finirono per parlarsi addosso, perché subito si crearono varie correnti di pensiero, come se proprio non ci fossero regole, né ci fossero mai state.

La giovane gattina si mostrò perplessa, cercò pure d’intervenire, ma quelli s’erano ormai infervorati in una verbal tenzone atta a dimostrare chi lo avesse più lungo, e spazio per l’ascolto non avevano.

Il Padrone, disgustato da quella canéa, s’era preparato una sigaretta in favore di cam, senza profferire parola. Era tuttavia chiaro che qualcuno gli stesse scrivendo, giacché lo si vedeva avvicinarsi alla tastiera, scrivere qualche parola e poi tornare a poggiare la schiena sulla poltrona.

Anche la gattina se n’era accorta – era giovane, mica stupida – e se n’era indispettita.

Sì, quel Padrone le piaceva.

Persino da lontano, si vedeva che quel Padrone era davvero un Padrone, e che sapeva quel che faceva, e che ora dal nulla sbucasse qualcuna e gli scrivesse, le dava il mal di pancia. Perché sicuramente era una donna, per un attimo lo aveva persino visto sorridere, e così pensò che – beh poteva anche scrivere a lei, dopotutto.

E aspettò, tutta convinta.

Lo guardò arrotolare la sigaretta, accenderla e godersela.

Ogni tanto s’avvicinava alla tastiera e lo vedeva scrivere qualcosa.

Ma a lei non arrivava niente…

Decise così di mettere in atto la più classica delle manovre femminili, ovvero cercare di destarne la gelosia.

Così attirò l’attenzione rivolgendosi ai dominanti presenti, e ponendo alcune domande. Erano domande semplici, tipo cosa dovrebbe fare una schiava se un Padrone la ignora, ma i più reagirono come se avesse chiesto di spiegarle cosa fosse lo spin di una particella subatomica, e certi altri argomentarono che, per poterle spiegare bene, lei avrebbe dovuto aprire il pvt, e chiudersi là dentro con loro.

L’unico a non rispondere era il solo da cui avrebbe voluto le risposte.

Perciò, dopo un po’, lei uscì dalla chat, e davvero non avrebbe saputo dire se ci sarebbe mai tornata.

Ed eccoci a noi, caro Lettore.

Cosa dovrebbe fare la gattina, per ottenere quel che tanto desidera?

Oppure non dovrebbe fare nulla, e rassegnarsi, e magari donarsi a quelli che volentieri le avrebbero spiegato le dinamiche dei bosoni e dei fermioni nel pvt di una chat sadomaso, per puro amore della scienza?

Oppure è il Padrone ad aver sbagliato qualcosa?

9 commenti su “C’era una volta un Padrone, e c’era pure una schiava.

  1. Uhm. Questa storia potrebbe essere riassunta con la frase “esistono incontri che non esistono.”
    Il padrone, per “rispettare le convenienze”, la prende così alla lontana da perdere la fanciulla di vista. La ragazza non ha la più pallida idea di che cosa lei stessa voglia, lasciamo perdere le “regole” o le “convenienze” (mia nonna pugliese avrebbe detto “vuole morire, ma non vuole stendere i piedi”) e alla fine se ne va con le mani in mano e i denti in bocca.
    Io penso che se qualcuno vuole davvero qualcosa, bisogna che faccia realmente qualche mossa per ottenerla; e credo poco alle “convenienze”, quando sono più un ostacolo che un vantaggio. Ma qui nessuno dei due si è davvero mosso, si sono limitati a guardarsi di riflesso all’interno di una chat.
    Nessuno ha davvero sbagliato, ma entrambi hanno perso un’occasione, e peggio per loro.

  2. Il Padrone ha agito benissimo. Rigore, sangue freddo, e quella giusta dose di distacco. Una volta tanto, un uomo che non ragiona col cazzo, ma mi spiace per lui perché il rischio di perdere il treno è il prezzo da pagare, e in questo caso lo ha perso.La gattina invece ritengo che pur non avendo colpa alcuna, abbia semplicemente peccato di gioventù. Non ha esperienza, non ha ancora la tecnica affinata. Ma sembra promettere bene. Il treno è perso, ma presto si riscatterà.

    1. Se si potesse approvare mille volte un commento, il tuo lo approverei fino a farmi sanguinare le dita.
      Non tanto per la parte relativa alla gattina: quanto per la parte del Padrone.
      Lui effettivamente si è comportato da Padrone, e ce ne fossero tanti ancora, di uomini che sanno cosa vuol dire ESSERE un Padrone, invece che farlo.

    2. A mio modesto parere i rapporti di questo tipo, nella fase iniziale, non differiscono poi tanto dai rapporti “normali”. Ciò premesso ritengo che quando si vuole qualcosa (qualcuno) filosofeggiare sul modus operandi e girarci troppo intorno 90 volte su 100 serve solo a perdersi. Ritengo che un Padrone/a debba, pur con la dovuta eleganza, manifestare il Suo interesse in modo che la schiava/o possa offrirsi senza timore di essere rifiutata/o.

  3. Se ho capito bene, lui prima fa creare una discussione per avere lo spunto di contattare la gattina o farsi contattare, poi, pur nel marasma generale, ottiene di essere notato dalla gattina e che fa fuma? Propendo per due motivazioni, la prima, essendo una videochat (mai partecipato), ha visto la gattina e il suo interesse è scemato; la seconda ha voluto alzare l’asticella dell’interesse della gattina, facendo il master alfa ed è rimasto con un pugno di mosche in mano. Quindi per me colpa del master 🙂

    1. Su Gabbia noi eravamo in cam tutte le sere, e dicendo noi intendo lo zoccolo duro della chat. Alcune persone solo in audio, con la webcam spenta. Non mi dispiacerebbe l’idea di ricreare la stessa cosa qui, nella chat di questo sito.
      Ma tornando al discorso, a me sembra lineare e corretto, il comportamento del Padrone. Non è che avrebbe potuto proporsi Lui, non si fa.
      Lui stava aspettando che si proponesse lei, come è tradizione. Ma lei prima ha cercato di provocarne una reazione – azione già non simpaticissima – e poi non ha trovato di meglio che uscire dalla chat.
      Intendiamoci, è un comportamento molto femminile, quello di allontanarsi per vedere se l’uomo la segue, ma in quel contesto non sarebbe potuto essere più fuori luogo.
      E per me questa storia evidenzia come tra il sadomasochismo e l’attuale mancanza di regole, di conoscenza, e anche solo di voglia di approfondire, ci sia un abisso incolmabile.

      1. Il Padrone non doveva proporsi, ma avrebbe dovuto avere un atteggiamento tale da far comprendere alla gattina che avrebbe gradito. A mio parere ha avuto un atteggiamento tale da allontanarla. Un bravo Padrone deve anche capire l’inesperienza e non limitarsi a fumare ma dai…

        1. La cosa per me pazzesca è che io scrivo le storie, che DEBBONO presentare elementi di confronto, e poi devo passare il tempo a difendere i personaggi nei commenti. 😀
          Se il Padrone avesse fatto come dici tu, io di cosa avrei dovuto scrivere, del loro lieto fine?
          Non sarebbe stato un confronto.

        2. Comunque! Magari Lo trovassi io, un Padrone che sa ancora come ci si deve comportare, perché per Uno così varrebbe ogni minuto di attesa e la mia dedizione non sarebbe uno spreco.

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