Uno sguardo alle pubblicità del passato, nelle quali nemmeno troppo velatamente, e a volte esplicitamente, si poteva leggere una dominazione maschile che, per molti, è un sogno ancora oggi.
Il testo di questa campagna pubblicitaria, per una marca di cravatte, dice:
“Mostrale che questo è un mondo di uomini”
e nella scelta delle immagini vediamo una donna inginocchiata che offre con gesto quasi supplice un vassoio con tutto l’occorrente per la colazione.
L’uomo ha le braccia dietro la testa, è comodamente appoggiato sui cuscini, e sembra osservare divertito la donna che lo sta servendo.
Non mi è chiarissimo il motivo della scelta di una scena del genere da parte di una marca di cravatte… Ma in caso qualcuno avesse delle idee in merito, potrà scriverle nei commenti.
“Soffiale il fumo in faccia – dice questa pubblicità – e lei ti seguirà ovunque”.
Aldilà del fatto che lei potrebbe mettersi a tossire, prima di seguirti, e casomai avesse qualche patologia ai bronchi o ai polmoni, pure avere qualche problemino più antipatico che qualche colpo di tosse…
Ma del resto qual’é la donna che non trova seducenti la puzza del fumo di sigaretta, le dita gialle, il sapore di posacenere nella bocca, e l’alito fischiante del buon fumatore?
E non ho ancora detto nulla sul fatto che soffiare il fumo in faccia ha qualcosa di offensivo, non di seducente.
La stessa marca di cravatte che abbiamo incontrato nella prima immagine di questa pagina, in quest’altra pubblicità, ci propone tre scene interessanti: nella prima vediamo un uomo intento a sculacciare una donna, nella seconda la bacia facendola quasi piegare su sé stessa, e nella terza lei si appoggia, con sguardo adorante, sulla spalla dell’uomo che tiene abbracciato per la vita.
Lui invece ha una posa fiera, diritta, sorride (gli occhi non ci è dato vederli, ma non la sta nemmeno guardando, a giudicare dalla posizione del volto!)
Ecco una scena che non allude per niente, anzi mostra con chiarezza, e che a molti di noi potrebbe ispirare desiderio.
L’uomo è impegnato nella somministrazione di una sana sculacciata, mentre la donna scalcia e lotta – lo vediamo dalla posizione delle gambe e delle braccia – e ha la bocca aperta, forse per una supplica o delle grida.
Certo, ci sarebbe piaciuto che quella gonna fosse almeno sollevata, affinché tra quelle terga e la mano punitrice non vi siano ostacoli, ma del resto era solo una pubblicità che ammoniva la donna a offrire una certa marca di caffé al marito sennò il rischio sarebbe stato… Quello che vediamo nell’immagine.
“Ascolta signora!”
Dice il gentiluomo della foto, dai capelli pettinati come andava di moda a quel tempo, con sguardo fermo e tono impositivo porgendole un bicchiere.
Qui c’é quello che ti serve, dice la réclame.
E non ci è dato sapere altro, perché nell’immagine trovata in rete non ci sono altri dettagli.
Pertanto è lecito sbizzarrire la fantasia: che diamine c’é in quel bicchiere?
Impara ad addestrare tua moglie – dice questa réclame. In 5 facili lezioni, insegnale a :
- portarti le ciabatte e la pipa
- massaggiarti i piedi
- portarti la birra gelata e snacks
- stare seduta in silenzio mentre tu fai zapping tra i tuoi canali preferiti
- rispondere a segnali non verbali come lo schioccare delle dita
- rispondere “Sì caro” a tutte le tue richieste
- ad accogliervi sulla porta indossando solo un involucro di cellophane
Sì, lo so, l’ultima è bizzarra, difatti non ho certezza di avere tradotto correttamente, tanto più che la donna dell’immagine indossa un delizioso grembiulino sulla pelle nuda!
“Soffiale il fumo in faccia – dice questa pubblicità – e lei ti seguirà ovunque”.
Ecco, se qualcuno provasse a farlo a me, io non riuscirei a seguirlo perché probabilmente finirei al PS per shock anafilattico.
Poi lo seguirebbe una squadra di gendarmi, con l’accusa di tentato Erycidio.
Detto questo, le pubblicità più che riflettere la società del loro tempo, riflettono una lettura stereotipata (e preconcetta) della società, secondo me; cioè ciò che secondo chi le ha create contraddistingue (o dovrebbe contraddistinguere) le diverse categorie di persone. Le mamme più dedite a figli e fornelli che a un lavoro, i nonni sempre comunque sani e pimpanti, i bambini tutti graziosi e simpatici (spoiler: ci sono anche bambini bruttarelli e un po’ antipatici, lo so per esperienza venticinquennale), le maestre a scuola sono giovani (balle, siamo tutte vecchiette e non riusciamo ad andare in pensione, altro che largo ai giovani) e così via.
Argomento interessante, ovviamente anni 50 giusto solo dagli USA potevano arrivare o copiare le pubblicità. Per gli anni 60, pur con ancora l’influenza, con i caroselli ci siamo smarcati un poco, ma indubbiamente in maggioranza la donna “subiva”. Poi hanno capito che economicamente la donna era molto più appetibile e quindi il trattamento si è invertito, vedi la mitica pubblicità del rocher Ferrero .
A me piacciono molto, vanno collocate nel loro periodo storico, non giudicate con il metro di adesso. E’ vero che il sano SM è fondato sul consenso, ma in fondo se queste pratiche ancora piacciono adesso è perché è rimasta una memoria ancestrale di millenni di storia. Comunque la sculacciata non è divertente se non è desiderata e consentita da chi la subisce, sia ben chiaro. Baci a tutti e schiaffi a chi li gradisce
Al filo della ripugnanza!
le pubblicità al contrario non esistono?
Queste pubblicità, figlie della cultura americana degli anni 40/50/60 del secolo scorso, esprimono, più che una giocosa dominanza dovuta alla condivisione e al desiderio reciproco di questo genere di situazioni, al maschilismo imperante in quegli anni.
Maschilismo che costringeva le donne a “Ubbidir tacendo” perché così andava fatto, non come libera scelta all’interno di un rapporto.
Di conseguenza, non potrebbero essere più distanti da ciò che amiamo e promuoviamo in questo sito.
Le abbiamo riportate per divertimento e per parlarne, ma è giusto prenderne le distanze e sottolineare le differenze.
Io le cosidererei il retaggio di una cultura figlia del cristianesimo puritano. In questo contesto, la donna aveva la stessa valenza che oggi ha in molti paesi mussulmani.